venerdì 13 novembre 2009

E questi vanno coi trans

Io questa cosa non la sapevo, magari è cosa nota, ma uno dei più noti oggetti in commercio per signore sole, iscritto alla categoria “giocattoli sessuali”, in realtà nasce come strumento terapeutico: per curare l'isteria. Che l'isteria sia nata come patologia tipicamente femminile lo dice l'origine del nome che deriva direttamente da utero; nell'antichità medici e guaritori pensavano dipendesse da un forte trattenimento dell'energia sessuale (qualcuno lo pensa anche adesso), le categorie più a rischio erano suore, vedove e zitelle. Testi medici a partire dal I sec. d.C. prescrivevano l'orgasmo clitorideo come cura per l'isteria. In origine i medici curavano le donne che si rivolgevano loro con le proprie mani fino a provocare loro un “parossismo”, quello che noi oggi volgarmente chiameremmo orgasmo; la stimolazione manuale richiedeva però tempo e pare che i medici la trovassero noiosa. Si andò avanti così fino al 1880 quando Joseph Mortimer Granville brevettò un vibratore elettromeccanico che serviva per alleviare i dolori muscolari. Fu un attimo, i medici si resero conto delle potenziali applicazioni per la cura dell'isteria e se ne servirono per riempirsi le tasche di soldi, con grande soddisfazione anche delle pazienti, questo va detto. All'inizio del XX sec. Cataloghi per corrispondenza pubblicizzavano modelli per donne emancipate che volevano provare a curarsi da sole; in breve il vibratore diventò il quinto apparecchio elettrico ad entrare nelle case insieme a macchina da cucire, ventilatore, bollitore e tostapane. Negli anni venti però Freud riconobbe il carattere eminentemente sessuale dell'orgasmo e nel 1952 l'isteria fu cancellata dall'elenco delle patologie riconosciute. L'applicazione medica del vibratore aveva perso la sua giustificazione, l'oggetto passò di moda fino a quando, con la rivoluzione dei costumi, le donne non avrebbero avuto più bisogno della scusa medica per comprarlo.



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