Tempo addietro ho passato con questa "ragazza" un paio di giorni (non chiedetemi perchè penso che sia una ragazza: forma del cranio, bacino, blah blah blah , penso che lo sia e basta), è stata un'esperienza interessante, abbiamo anche conversato. Oddio, conversazione abbastanza a senso unico in realtà, ma ugualmente interessante; naturalmente l'argomento aveva a che fare con la sua attuale condizione e quel suo particolare sguardo che ripeteva continuamente: "Io sono ciò che tu sarai".La Morte è un tema sul quale la società contemporanea ha steso un velo allontanandola dalla vista e facendole perdere quindi il senso di quello che è: una cosa normale, ineluttabile, ineludibile, qualcosa su cui converrebbe ragionare un pò di più forse, non foss'altro che per esorcizzarla. Gassmann verso la fine della sua vita ne parlava sempre: la odiava, ne era atterrito, ma parlarne per lui aveva una funzione apotropaica, la allontanava. Quindi parliamone, quello che mi interessa non è solo l'aspetto trascendentale ma il destino del corpo, carne e sangue. La "ragazza" qui fu inumata nella nuda terra, senza nessuna cassa e per questo motivo il suo scheletro era bellissimo, perfettamente composto, tenuto insieme dalla terra che teneva compattato il corpo, corpo che aveva seguito il suo destino: era semplicemente tornato a ciò a cui apparteniamo, ciò da cui veniamo, la terra, fertilizzandola, arricchendola, proseguendo il ciclo naturale di ciò che muore e poi rinasce in forma diversa. Tutto questo a noi oggi non è più consentito, le leggi prevedono che noi si finisca sigillati dentro casse perfettamente stagne dove la sorte del corpo è quella di marcire senza alcuna utilità. Non sono d'accordo, personalmente intendo sfruttare l'alternativa che ci si offre. Quando capiterà (conto non troppo presto) bruciatemi, crematemi e che quel pugnetto di cenere che rimarrà sia sparso nella terra o nel mare. Quel poco che sarà rimasto di me tornerà dove è giusto che stia e in più avrò evitato che in futuro qualcuno con cazzuola bisturi e pennellino (o peggio con una ruspa) venga a ravanare nelle mie ossa...
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