lunedì 12 settembre 2011

Here there and everywhere

Sabato ho assistito ad una specie di lezione tenuta da un fisico sulla meccanica quantistica. Quello che ho capito è che i fisici sono gente parecchio strana che passa troppo tempo chiusa dentro laboratori a giocare con le particelle e che se i gatti ne sapessero un po' di più non avrebbero tutta questa passione per le scatole. La teoria dei quanti è estremamente complicata e anche estremamente affascinante e comunque quel gatto nella scatola è vivo e morto finchè non vado a vedere se è vivo o morto. Tutto qui. In realtà la cosa più probabile è che l'evoluzione ci abbia dotato di una struttura sensoriale molto adatta a percepire la realtà fisica del mondo che ci circonda limitatamente alla sfera terrestre. Abbiamo due occhi, orecchie un naso e il tatto che ci dicono che le cose funzionano in un certo modo. Per altre cose ci siamo dovuti arrivare facendo un po' di conti (pensate solo alla circonferenza della terra o al sole che sembra muoversi lui, mica noi). I nostri sensi probabilmente non sono in grado di mostrarci come funziona l'universo e il nostro cervello forse non è in grado di elaborare teorie dimostrabili in grado di spiegarlo. Almeno per ora. Adesso qualcuno sostiene pure che il cervello umano non avrebbe ulteriori possibilità di evolversi. Fine della corsa.

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