sabato 29 gennaio 2011
Sono avvilito, avvilito, avvilito.Così avvilito...
Ma che paese è quello dove da settimane tutti chiedono le dimissioni di tutti e nessuno si dimette da niente mentre la gente si trova ad affrontare problemi veri e si allontana sempre di più dalla politica. Che paese è quello dove il ministro degli esteri si presenta per la prima volta dopo anni in una delle aule del parlamento a riferire su documenti inutili e vecchi di un mese provenienti da una nazione improbabile governata da un primo ministro che è l'equivalente di un amministratore delegato di una finanziaria mentre tutt'intorno a noi il mondo sembra andare in fiamme. E non sto parlando di Marte: Tunisia, Egitto, Albania, tutti paesi da cui ci separa solo un po' d'acqua. Solo pochi mesi fa da tutte le parti d'Italia si è sollevata un'ondata di sdegno quando sono state rivelate poche frasi scambiate al telefono da due imprenditori che sghignazzavano all'idea dei soldi che avrebbero fatto lucrando sul disastro dell'Abruzzo. E' vero, in questo caso non è coinvolta gente che ha perso la vita, fortunatamente. Ma il quadro di degrado morale in cui versa questo paese non è tanto diverso. Oggi, di fronte a tonnellate di conversazioni da cui emerge un quadro di uno squallore infinito se qualcuno si azzarda ad alzare la voce e chiederne conto viene investito dalle urla rabbiose dei difensori d'ufficio e per buona parte della popolazione va benissimo così. Io non sono un moralista, che al vecchio miliardario che ci governa piacesse in modo smodato la figa si è sempre saputo. Se gli piace fare festini a luci rosse a casa sua sono cavoli suoi e delle ragazzine a cui piace farsi mettere le mani addosso per soldi. Se poi ci sono di mezzo delle minorenni e verranno accertati reati il vecchio ne dovrà rispondere nelle sedi adeguate. Chi mi da più noia in tutta questa faccenda sono quei personaggi, parlamentari, ministri, giornalisti che si stanno affannando a tenere bordone al vecchio schifoso senza un briciolo di pudore, arrampicandosi su ripidissimi specchi nel tentativo di difendere l'indifendibile, ma sapendo che basterà andare avanti così e tanta gente che li ascolta si convincerà davvero che si sta cercando di aggredire ingiustamente un benefattore. Forse aveva ragione Aldo Busi quando ieri sera in una trasmissione televisiva diceva che dovrebbe succedere da noi quello che sta succedendo nei paesi a noi vicini e la gente si dovrebbe rivoltare e scendere in piazza. Una rivoluzione. A Craxi tirarono le monetine per molto meno di questo.
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