Qualche tempo fa sugli autobus della mia città campeggiava un manifesto pubblicitario dal quale una morettina carina ammiccava complice verso gli automobilisti. Non ricordo neppure che pubblicità fosse, ma lo slogan giocava furbescamente con il nome di un ministro del governo noto per la bassa statura e la sua insana passione per i tornelli all'ingresso degli uffici pubblici. Niente di male, la pubblicità ha sempre sfruttato la bellezza soprattutto femminile per piazzare qualsiasi genere di prodotto, si sa, la "patatina tira". Negli anni settanta siamo stati tormentati da una bionda che insisteva perchè la chiamassimo Peroni. Tutto normale, fa parte del gioco e i messaggi scivolano via normalmente attraverso l'attenzione di un pubblico sempre più anestetizzato. Così evidentemente per risvegliare l'interesse dei potenziali consumatori è diventato necessario spingere un po' sulla forza d'impatto del messaggio, fino ad arrivare ai livelli di eleganza e stile dello slogan nella foto. Ora, con tutta la bassa opinione che posso avere dei creativi pubblicitari non riesco a credere che qualcuno possa aver veramente pensato che una cosa del genere potesse funzionare. Capisco che i tempi e i presidenti del consiglio possano aver accellerato la degenerazione dei costumi. Ma questo? Il titolare della ditta Cauldron ci ha tenuto a sottolineare che (cito dall'articolo dell'Unità del 23/7) che a "Milano, Firenze, Roma, dove la comunicazione è piena di messaggi sarcastici e coadiuvanti una campagna come quella proposta dalla nostra azienda (a Milazzo, in Sicilia) sembrerebbe un messaggio innocente e simpatico di sicuro stimolo.
Innocente e simpatico! Un gioiellino di uomo, chissà se è sposato, ma magari sua moglie pensa che per fortuna gli piacciono le donne.
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