Come muore un uomo? Su un numero recente di Internazionale ho letto un articolo su un libro pubblicato negli USA, “Last word of executed”: un repertorio di frasi pronunciate da condannati a morte subito prima della fine. Pare che molto spesso una curiosità morbosa attirasse sul luogo delle esecuzioni folle di gente attratta dallo “spettacolo” e dalla possibilità di ascoltare le implorazioni dei condannati. In realtà questi ultimi spesso si sottoponevano umilmente al boia, magari ringraziandolo o perdonandolo, raramente davano di matto, ma quasi sempre dicevano qualcosa. John Owens giustiziato per omicidio nel 1886 chiese che si facesse in fretta perchè voleva arrivare all’inferno per cena. Un altro omicida, Edward J. Brislane ebbe parole dure per il pubblico: “Preferisco stare qui in piedi per un delitto che non ricordo di aver commesso, Dio mi è testimone, che seduto lì ad aspettare con impazienza di veder morire un uomo”. A volte davanti alla morte trionfava l’umorismo, Charles Birger, giustiziato nel 1928 chiese di essere seppellito in un cimitero cattolico sostenendo che sarebbe stato l’ultimo posto dove il diavolo avrebbe cercato un ebreo. Mentre leggevo l’articolo mi è tornato in mente l’episodio di Fabrizio quattrocchi, il mercenario italiano che era andato in Iraq a fare la guardia del corpo o chissà che altro e fu ucciso dopo essere stato rapito con i suoi colleghi. Quattrocchi prima di essere giustiziato pronunciò le fatidiche parole, “adesso ti faccio vedere come muore un italiano”, che lo trasformarono automaticamente un eroe meritevole di medaglia d’oro al valor civile alla memoria conferitagli nel 2006. Quattrocchi non era un eroe, era uno che faceva un lavoro sporco durante una guerra sporca; la fascistaglia al governo allora, come oggi, se ne impadronì e ne fece un esempio di valore coraggio e patriottismo. Ma come muore un italiano? Come è morto Vittorio Arrigoni e perchè è morto? Arrigoni era un uomo giusto, con un ideale vero, io lo conoscevo solo per letto sul Manifesto qualche volta e per averlo sentito alla radio quando a Caterpillar Cirri e Solibello lo chiamavano durante i bombardamenti israeliani di Gaza due anni fa e non so davvero che parole usare per spiegarmi l’assurdità della sua morte. Posso solo sperare che la sua vita e il suo operato ottengano dalla fascistaglia che domina in questo paese il giusto e dovuto riconoscimento e che magari il suo ultimo pensiero, se non le sue ultime parole siano state quelle che usava sempre “restiamo umani”.
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