giovedì 21 ottobre 2010

Sigaliovismo

dostoevskij1 “Il signor Sigaliov (…) propone, come soluzione definitiva della questione sociale, la divisione dell’umanità in due parti diseguali. Una decima parte riceve la libertà della personalità e un diritto illimitato sugli altri nove decimi, questi, invece, devono perdere la personalità e trasformarsi in una specie di gregge e, con un’ubbidienza illimitata, raggiungere, attraverso una serie di rigenerazioni, la loro innocenza primordiale, una specie di paradiso primordiale, dove però dovranno lavorare. Le misure proposte dall’autore per togliere ai nove decimi degli uomini la loro volontà e trasformarli in gregge mediante la rieducazione di intere generazioni sono quanto mai notevoli, fondate su dati di fatto naturali e molto logiche. (…) Tutti i membri della società si sorvegliano a vicenda e son tenuti a denunciarsi. Ciascuno appartiene a tutti e tutti a ciascuno. Tutti sono schiavi e tutti sono pari nella schiavitù. Nei casi estremi c’è la calunnia e l’uccisione, ma l’essenziale è l’uguaglianza. Per prima cosa si abbassa il livello dell’istruzione, delle scienze e del talento. Un alto livello di istruzione e di talento è accessibile solo agli ingegni superiori: non ne vogliamo, d’ingegni superiori! Gli ingegni superiori si sono sempre impadroniti del potere e sono sempre stati dei despoti. Gli ingegni superiori non possono non essere dei despoti e hanno portato sempre più corruzione che utilità: vengono esiliati o giustiziati. A Cicerone viene tagliata la lingua. A Copernico vengono cavati gli occhi. Shakespeare viene lapidato. (…) Gli schiavi devono essere uguali: senza dispotismo non s’è avuta ancora né libertà né uguaglianza, ma nel gregge deve esserci uguaglianza. (…) La cultura non serve, basta con la scienza! (…) Nel mondo manca una cosa sola: la disciplina. La sete di cultura è già una sete aristocratica. Non appena appaia la famiglia o l’amore, ecco il desiderio della proprietà. Questo desiderio noi lo stermineremo, (…) soffocheremo i geni in culla. Ridurremo tutto a un denominatore comune: l’assoluta uguaglianza. (…) Ma occorre anche una conclusione; e a questo penseremo noialtri dirigenti. Gli schiavi devono avere dei dirigenti. Assoluta disciplina, assoluta impersonalità.(…) Nello Sigaliovismo non ci saranno desideri. I desideri e le sofferenze sono per noi: per gli schiavi c’è lo sigaliovismo.”

Fedor M. Dostoevskij, “I Demoni”, 1871

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