Io non so come siano regolati gli accordi fra Italia e Libia sul ruolo dei nostri militari a bordo delle “loro” motovedette che gli abbiamo regalato noi. Ma mi pare impossibile che sei (6!) finanzieri, mica uno, non potessero intervenire in nessun modo per impedire il mitragliamento di un peschereccio italiano in acque forse internazionali. Mentre invece mi domando quale sarebbe potuto essere l'atteggiamento nei confronti di un barcone pieno di clandestini (aggiungo delinquenti per la legge italiana), visto il normale trattamento loro riservato dai libici che noi naturalmente continuiamo a non dover conoscere perchè è meglio così. Nelle settimane scorse il Pakistan è stato sconvolto da alluvioni disastrose, milioni di persone coinvolte e ridotte alla disperazione. L'elettroencefalogramma del mondo è rimasto piatto. Poi è comparsa la foto di quattro bambini coperti di mosche e tutti si sono improvvisamente smossi dal torpore. Forse noi dovremmo vedere le immagini di corpi galleggianti nel mediterraneo o di gente dietro il filo spinato nei centri di “accoglienza” dell'amico Gheddafi per smuoverci. L'unica cosa che arriva però, quello che conta, sono le statistiche. Quest'anno sono precipitati i numeri degli sbarchi dal Nordafrica, ma a che prezzo?
Infine un'ultima rassicurante parola ce l'ha messa il nostro ministro degli interni, il fiero padano Roberto Maroni: “è stato un incidente, i rapporti fra Italia e Libia non sono cambiati”. E' vero, infatti i libici hanno sempre sparato ai nostri pescherecci. Solo che prima le armi le prendevano da un'altra parte.
E intanto sembra quasi che ci si rallegri, dai titoli dei giornali, perchè il numero delle persone che nel mondo soffrono la fame secondo la Fao è sceso sotto il miliardo. Sob.
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