Questo forse non piacerà agli insegnanti, ma è giunta l'ora di farsi una ragione di certi cambiamenti della lingua. L'italiano si evolve e questo è un fatto, altrimenti parleremmo ancora tutti latino. Effettivamente negli ultimi anni con l'avvento di nuove tecnologie si è evoluto un po' troppo e con delle storture fastidiose (a proposito, guardate come scrive “un po'” il T9 dei vostri telefonini), ma allo stesso tempo oggi scrive molta più gente di cinquant'anni fa grazie alla scolarizzazione più diffusa e alla facilità di accesso ai supporti di scrittura tecnologici. Così in mezzo a tanti cambiamenti, neologismi e tutta questa specie di cose pare che anche gli accademici della crusca, su alcune cose in particolare, siano diventati molto più tolleranti, sacche di resistenza ai cambiamenti paiono sussistere soprattutto nelle scuole; ci tengo a precisare che tutto questo non è farina del mio sacco, io l'ho scoperto ascoltando una trasmissione alla radio. Allora, all'inizio di una frase non è più uno scandalo metterci “e” o “ma”, sono d'accordo, liberiamo la lingua scritta da troppi vincoli già caduti nel parlato. “a me mi” e “ma però” sono questioni antiche, in effetti danno fastidio anche a me, ma pare che ormai almeno nel parlato abbiano sfondato, però se qualcuno li scrive (lo dico agli insegnanti) siete autorizzati a colpire ancora duro. Ma la vera rivoluzione, il vero grande cambiamento che sarà, (ancora qualche anno di attesa e dovremmo esserci) è “qual è”. Tallone di Achille di tanti di noi per tanti anni, presto potremo scriverlo liberamente con l'apostrofo (con o senza, come vi pare). La sua assonanza e somiglianza con espressioni come quand'è o com'è lo sdoganeranno. Si sa che la mancanza di apostrofo in “qual è” è dovuta all'esistenza del vocabolo qual nei dizionari, ma parliamoci chiaro: chi la usa ancora la parola qual? E' destinata a perdersi, resterà quale e allora il gioco è fatto, l'apostrofo sarà necessario, oppure qual resterà e ognuno farà quel che più gli piace. Evviva la lingua della libertà!
P.S. però, per favore, difendiamo il congiuntivo.
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