E' già passato parecchio tempo da quando Roman Polanski, ospite da Fabio Fazio, parlò di un libro e ne consigliò la lettura in quanto lo considerava un testo fondamentale. Il libro è “Occhio e cervello”, lo ha scritto R.L. Gregory, un professore di neuropsicologia inglese, nel 1966 e io lo avevo letto. Me lo aveva passato mia madre quando avevo una ventina d'anni e naturalmente non è che ricordassi un gran che, solo che mi era piaciuto, così lo sono andato a recuperare e l'ho riletto. Il libro è molto interessante e anche abbastanza complesso, forse oggi un po' datato. Parla in sintesi del rapporto fra il nostro apparato visivo e il cervello e di come la relazione fra questi due organi abbia come risultato la percezione che abbiamo del mondo, come lo vediamo e perchè lo vediamo così. In un capitolo l'autore parla di alcuni casi noti di persone cieche dalla nascita o dall'infanzia che nel corso della loro vita hanno recuperato la vista, in particolare di un uomo da lui stesso seguito, cieco dall'età dieci mesi, che tornò a vedere a cinquantadue anni. Io che ci vedo bene solo da un occhio e ho sempre avuto la paranoia di perdere la vista o vederci male, fatico a pensare a un mondo buio, ma per molte persone il mondo è così. Il mio punto di vista mi porta a pensare che un uomo che recuperi la vista dopo tanto tempo o tutta la vita senza vedere sia un miracolato. Ma non è così. L'uomo osservato dall'autore dopo poco tempo cominciò a manifestare segni di depressione e in tre anni morì. Non era riuscito a far combaciare il mondo che aveva conosciuto attraverso tutti gli altri sensi con quello che all'improvviso gli era apparso davanti agli occhi. La depressione è comune per i soggetti in queste condizioni i motivi sono di origine complessa, a volte può anche essere il sentirsi defraudati di qualcosa per tutta la loro vita nel buio. Noi viviamo in un mondo dominato da quello che vediamo, siamo condizionati dall'aspetto delle cose e delle persone. Qualcuno ci ha costruito un sistema finalizzato al gioco della ricerca del potere, ma quello che vediamo è solo una parte del mondo che ci circonda.
venerdì 1 maggio 2009
La società dell'immagine
E' già passato parecchio tempo da quando Roman Polanski, ospite da Fabio Fazio, parlò di un libro e ne consigliò la lettura in quanto lo considerava un testo fondamentale. Il libro è “Occhio e cervello”, lo ha scritto R.L. Gregory, un professore di neuropsicologia inglese, nel 1966 e io lo avevo letto. Me lo aveva passato mia madre quando avevo una ventina d'anni e naturalmente non è che ricordassi un gran che, solo che mi era piaciuto, così lo sono andato a recuperare e l'ho riletto. Il libro è molto interessante e anche abbastanza complesso, forse oggi un po' datato. Parla in sintesi del rapporto fra il nostro apparato visivo e il cervello e di come la relazione fra questi due organi abbia come risultato la percezione che abbiamo del mondo, come lo vediamo e perchè lo vediamo così. In un capitolo l'autore parla di alcuni casi noti di persone cieche dalla nascita o dall'infanzia che nel corso della loro vita hanno recuperato la vista, in particolare di un uomo da lui stesso seguito, cieco dall'età dieci mesi, che tornò a vedere a cinquantadue anni. Io che ci vedo bene solo da un occhio e ho sempre avuto la paranoia di perdere la vista o vederci male, fatico a pensare a un mondo buio, ma per molte persone il mondo è così. Il mio punto di vista mi porta a pensare che un uomo che recuperi la vista dopo tanto tempo o tutta la vita senza vedere sia un miracolato. Ma non è così. L'uomo osservato dall'autore dopo poco tempo cominciò a manifestare segni di depressione e in tre anni morì. Non era riuscito a far combaciare il mondo che aveva conosciuto attraverso tutti gli altri sensi con quello che all'improvviso gli era apparso davanti agli occhi. La depressione è comune per i soggetti in queste condizioni i motivi sono di origine complessa, a volte può anche essere il sentirsi defraudati di qualcosa per tutta la loro vita nel buio. Noi viviamo in un mondo dominato da quello che vediamo, siamo condizionati dall'aspetto delle cose e delle persone. Qualcuno ci ha costruito un sistema finalizzato al gioco della ricerca del potere, ma quello che vediamo è solo una parte del mondo che ci circonda.
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