Questo sarà il primo fine settimana dopo parecchio tempo nel quale non potrò vedere un episodio nuovo di Battlestar Galactica, almeno finchè non riuscirò a mettere le mani sulla quarta (e ultima) stagione che si sta concludendo in questi giorni negli USA. Intanto ingannerò l'attesa rimettendo mano ai vecchi episodi di una saga che a mio parere è uno dei prodotti migliori della televisione d'intrattenimento degli ultimi anni. Dietro a quello che a prima vista potrebbe essere solo un serial fantascientifico, remake di un successo della fine degli anni settanta, in realtà c'è qualcosa che ti costringe a rivedere tutti i parametri di valutazione della fantascienza. Un prodotto che si pone al massimo livello nella lettura e interpretazione dei fantasmi americani del dopo undici settembre. Tutto questo nella storia di una flotta di astronavi civili guidate da un'unica nave da guerra alla ricerca nello spazio di una “casa chiamata terra”. A bordo di queste navi ciò che resta della razza umana dopo la distruzione dei loro pianeti da parte dei Cylons: sostanzialmente dei robot creati dagli uomini stessi (e cominciano le chiavi di lettura) che in qualche modo riescono a sviluppare una tecnologia per sembrare umani. Lungo la strada, il serial sviluppa diverse linee guida che includono ogni genere di cosa: dalle lotte politiche intestine dei superstiti per la gestione del potere alle guerre di religione, occupazioni militari, colpi di stato, la questione etica della tortura durante la guerra, mistiche profezie, diritto all'aborto, nascite, morti, separazione fra chiesa e politica. Ah e naturalmente un sacco di battaglie nello spazio, amore e la giusta quantità di sesso. Il quadro di un'umanità “sporca”, colpevole e che alla fine uno si chiede se veramente meriti di sopravvivere e giungere salva alla meta.
Ma il tutto è realizzato con così grande realismo che oggi al Economic and Social Council Chambers delle Nazioni Unite (http://www.guardian.co.uk/culture/tvandradioblog/2009/mar/16/battlestar-galactica-united-nations ) si è tenuto un convegno con lo scopo di valutare come la serie tv abbia trattato questioni tipo: diritti umani, bambini e conflitti armati, terrorismo, riconciliazione e dialogo tra civiltà e fede religiosa. Con tutti i problemi urgenti che ha il mondo e una classe politica globale incapace di trovare soluzioni forse non è così sorprendente che l'ONU si rivolga ai creatori di una serie di fantascienza per avere una piccola illuminazione sui dilemmi globali.
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