martedì 13 marzo 2012

Sassuolo-Brescia 1-1

Stadio-vuoto
Pare che il nuovo e salvifico governo dei prof abbia deciso di trasformare la famigerata “tessera del tifoso” in una più rassicurante e commercialmente riconoscibile “Fidelity Card” , non so se questo significhi che chi in futuro andrà allo stadio per vedere i propri beniamini in mutandoni nel giorno del suo compleanno si troverà gli auguri sul biglietto come all’Esselunga, spero però che il nuovo sistema correggerà alcune idiozie di quello in corso. Io non sono un tifoso da stadio, sì e no due o tre partite a stagione e sempre in casa, quest’anno però, per la prima volta, ho pensato di andare a vedere la squadra della mia città in trasferta, nel posto dove ho passato una discreta parte della mia vita e per la cui locale compagine ho maturato negli anni una moderata simpatia. Insomma una simpatica domenica di sport nazionalpopolare con due o tre amici del luogo fra chiacchiere e pallone. Ho capito che le cose non sarebbero andate come me le ero immaginate nell’istante in cui ho visto l’espressione della ragazza dietro il vetro della biglietteria mentre esaminava la mia carta d’identità pronunciando la classica espressione cinematografica, “aspetti un momento, devo parlare con il mio responsabile”. Un attimo dopo il suddetto responsabile gentilmente mi chiedeva se fossi provvisto della mia personale tessera del tifoso con la quale avrei potuto liberamente accedere allo stadio ma solo nella parte riservata ai tifosi ospiti e in mancanza della quale, provenendo (testuale) dalla regione da cui si originava la trasferta, che uno ci mette anche un po’ a capire cosa significa, non c’era trippa per gatti, sarei rimasto fuori. Insomma, io singolo tifoso oltretutto accompagnato da tre residenti del luogo, rappresentavo un serio problema per la sicurezza dell’avvenimento sportivo. Avendo i miei amici già pagato e ricevuto il biglietto ho un po’, cortesemente, insistito al che mi è stato risposto che se avessi trascinato alla biglietteria un poliziotto disposto a garantire per me forse si sarebbe potuto far qualcosa. Nel timore di prendermi pure delle manganellato ho provato a pensare ad altre soluzioni. L’unica possibile si è rivelata macchinosa ma parzialmente efficace. Ho attirato dall’esterno l’attenzione di uno steward che stava dentro e ho provato a chiedere anche a lui se era possibile fare qualcosa; il ragazzo, molto comprensivo, mi ha indicato all’attenzione del suo capo, responsabile della sicurezza per la tifoseria della squadra di casa il quale mi ha spiegato che la cosa rappresentava davvero un grosso problema, insomma volevo solo vedere una partita di calcio con i miei amici, grosso, ma non insormontabile. Affidandomi alle cure di un paio dei suoi ragazzi mi ha suggerito di avviarmi alla biglietteria della curva riservata ai tifosi ospiti e poi, una volta arrivati  di farmi fare un biglietto associato alla tessera di uno di loro. Pare si possa fare. L’unico problema è stato che dopo un po’ che si aspettava, tutti questi tifosi non arrivavano e quei pochi che c’erano pare avessero già il loro biglietto. La cosa è stata brillantemente risolta usando la tessera del tifoso di uno degli addetti alla sicurezza, chiaramente del luogo. Ehi ma allora si poteva fare anche prima. A quel punto, non so più come, ero stato fornito del mio biglietto con accesso a curva tifosi ospiti e associato a tessera tifoso squadra locale, biglietto con il quale non sarei potuto comunque entrare nel settore dove dovevano andare i miei amici ma che mi avrebbe permesso, previa complicità di un ulteriore addetto di andare in tribuna, con i vip, o dove volevo, ma non con i miei amici. Risultato? La partita l’ho vista sì in tribuna, ma da solo, faceva pure un freddo cane e oltretutto è stata pure brutta. Si lamentano che la gente non va più allo stadio? Lo credo bene, a me hanno fatto passare la voglia.

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