Al momento dell'arrivo degli alleati, nel 1944, Napoli era una città allo stremo e la priorità dei suoi abitanti era la sopravvivenza, ad ogni costo: prostituzione e mercato nero furono fenomeni che raggiunsero in quel periodo dimensioni spaventose; portare a casa un pezzo di pane era diventata un'impresa difficilissima anche per chi negli anni precedenti si era barcamenato con espedienti fantasiosi, come Lattarullo. Lattarullo era un avvocato, uno dei tanti a Napoli che durante gli anni del fascismo non riusciva a vivere del suo mestiere e che così divenne uno “zio di Roma”. Lo zio di Roma era una figura immancabile ai funerali dei poveracci le cui famiglie volevano darsi un tono, veniva pagato per impersonare lo zio elegante, istruito e ben vestito del defunto, arrivato appositamente con il Roma express per partecipare alle esequie. Ma durante la guerra, in quella fase nella quale Napoli era libera ma Roma ancora occupata l'espediente non poteva funzionare, uno zio arrivato da una città con la quale i collegamenti erano tagliati avrebbe distrutto l'illusione.
mercoledì 30 settembre 2009
domenica 27 settembre 2009
La gente deve sapere!

sabato 26 settembre 2009
Vieni da Papà

venerdì 25 settembre 2009
Istruzioni per grandi statisti.

sabato 19 settembre 2009
Se ne sono andati

venerdì 18 settembre 2009
A letto con la suina

La chiusura delle scuole per influenza A potrà avvenire in "presenza di un andamento particolarmente grave dei casi di malattia". A precisarlo è il documento concordato dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, che contiene le principali indicazioni, di carattere sanitario e amministrativo, che le scuole dovranno osservare in presenza di casi di virus A/H1N1V.
Non è che poi se cominciano a stare a casa anche i professori Brunetta si incazza?
retorica abundat in ora stultorum

Allora è successo, era solo questione di tempo, a forza di dai e dai ci sono riusciti a far saltare in aria un bel po' di italiani, e adesso ci ritroviamo qui, con le briciole in mano, l'evidenza che c'è una guerra vera e il bello spettacolo offerto da stampa e politica di casa nostra. E allora no! Basta con questa porcheria. Me li aspettavo i titoli di ieri tipo: “L'Italia piange i suoi eroi” oppure “hanno colpito i nostri angeli portatori di pace”, il tutto condito con abbondanti dosi di musichette strappalacrime. Io non discuto il valore dei soldati italiani, sono sicuro che è gente che lavora, lavora bene e lo fa con passione, ma non sono eroi, gli eroi sono altro. A forza di usarla questa parola ha perso completamente il suo significato vero. In Afghanistan hanno mandato gente che fa un lavoro, lavoro che fra l'altro è l'unico che preveda fra le sue conseguenze anche la morte del lavoratore. Invece succede che un sacco di gente muore facendo lavori di ogni tipo e la cosa risulta normale mentre se muore un soldato dove normalmente ammazzano un sacco di gente la cosa risulta incredibile. Allora, il discorso è questo: se vuoi mandare qualcuno a collaborare alla ricostruzione di un paese ci mandi dei muratori bergamaschi. Se ci mandi della gente armata fino ai denti che percorre le strade su blindati corazzati, corri il rischio che la gente fraintenda il significato della loro presenza lì anche se magari trasportano quaderni e giochi per bambini, specie se nello stesso paese ci sono altri tipi armati fino ai denti che da anni fanno una guerra vera e la chiamano “enduring freedom”. Fino a qualche tempo fa i ruoli degli americani erano ben distinti da quelli degli altri contingenti: loro davano la caccia ai “terroristi” e gli altri “contribuivano” alla formazione della democrazia. Ma poi le cose si sono decisamente incasinate, in Afghanistan succede, se me lo chiedevano glielo dicevo anche io; gli americani si sono trovati nelle peste e ci hanno tirato dentro tutti gli altri, e allora eccoci qui. In Afghanistan c'è la guerra, in guerra la gente muore, anche gli italiani.
martedì 15 settembre 2009
Io non pensava che lo cor giammai

Paese che vai...
domenica 13 settembre 2009
Base Alpha, ci ricevete?

Mondi paralleli

Ma poi, dopo un po', uno ha l'impressione di vivere in un mondo che non esiste.
venerdì 11 settembre 2009
Sì, va bene, quello. Ma anche quell'altro

9:30 A.M. RADIO MAGALLANES
In questi momenti passano gli aerei.
Potrebbero mitragliarci.
Ma sappiate che noi siamo qui, almeno con il nostro esempio, che in questo paese ci sono uomini che sanno tener fede ai loro obblighi.
Io lo farò su mandato del popolo e su mandato cosciente di un Presidente che ha dignità dell’incarico assegnatogli dal popolo in elezioni libere e democratiche.
In nome dei più sacri interessi del popolo, in nome della Patria, mi appello a voi per dirvi di avere fede.
La storia non si ferma né con la repressione né con il crimine.
Questa è una tappa che sarà superata.
Questo è un momento duro e difficile: è possibile che ci schiaccino.
Ma il domani sarà del popolo, sarà dei lavoratori.
L’umanità avanza verso la conquista di una vita migliore.
Pagherò con la vita la difesa dei principi cari a questa Patria.
Coloro i quali non hanno rispettato i loro impegni saranno coperti di vergogna per essere venuti meno alla parola data e ha rotto la dottrina delle Forze Armate.
Il popolo deve stare in allerta e vigile.
Non deve lasciarsi provocare, né deve lasciarsi massacrare, ma deve anche difendere le proprie conquiste.
Deve difendere il diritto a costruire con il proprio sforzo una vita degna e migliore.
9:10 A.M.
Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi.
La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes.
Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno.
Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.
Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!
Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo.
E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente.
Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza.
La storia è nostra e la fanno i popoli.
Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece.
In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.
Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini.
Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista.
Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta.
Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere.
Erano d’accordo.
La storia li giudicherà.
Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più.
Non importa.
Continuerete a sentirla.
Starò sempre insieme a voi.
Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.
Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi.
Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.
Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino.
Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi.
Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.
Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.
Santiago del Cile, 11 Settembre 1973
mercoledì 9 settembre 2009
anni inquieti

Incentivi per la rottamazione

La foto è stata scattata da un fotografo a Maddaloni e publicata sul corriere del mezzogiorno (http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/caserta/notizie/cronaca/2009/8-settembre-2009/maddaloni-sommersa-rifiutiin-cassonetto-anche-un-automobile--1601744916855.shtml).
I casi sono due: o qualcosa non funziona negli incentivi o sull'emergenza rifiuti nel napoletano non ce la stanno raccontando tutta.
martedì 8 settembre 2009
Se ne sono andati

Il trionfo dell'ambiguità

8 settembre 1943
lunedì 7 settembre 2009
Io li odio i nazisti dell'Illinois

Io questa cosa l'ho scoperta ieri sul corriere, spero che la stampa locale della mia città ne abbia parlato. La gente deve sapere a chi siamo in mano. Il fatto è questo: L'assessore alla cultura di Brescia, Arcai (lo so che Cultura e Arcai nella stessa frase non vanno bene, portate pazienza), qualche mese fa ha negato l'uso delle sale del museo di scienze naturali all'associazione UAAR (unione degli agnostici e atei razionalisti) che lì volevano celebrare il Darwin day. E va bene, il museo è del comune e quindi si fa un pò di selezione. Ma se non lo dai a loro non lo dai nemmeno ai creazionisti per organizzarci tre convegni come invece è stato fatto ad agosto per farsi raccontare che la terra ha seimila anni e che gli uomini facevano da merenda ai dinosauri e non hanno niente a che fare con le scimmie. Insomma, par condicio. E soprattutto, spero che la vocina indiscreta che mi ha rivelato che un grande desiderio del suddetto assessore sarebbe quello di organizzare nella nostra città una mostra di disegni e dipinti di Hitler, abbia capito male.
venerdì 4 settembre 2009
Cucù

Fermi tutti!
